Vento, sole, meno carbone: la Germania, esempio di una transizione ecologica di successo?

Alessandra Ferrara

tempo di lettura : 3 minuti
Ambiente
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Negli ultimi anni, l’Europa ha assistito ad un crescente interesse per le energie rinnovabili, con una maggiore attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2 e al raggiungimento degli obiettivi ambientali stabiliti dall’Unione Europea.

In particolare, la Germania è stata spesso citata come un esempio di successo nella transizione ecologica, grazie alle sue politiche volte ad aumentare il ricorso a fonti di energia pulita, come l’eolico e il solare.

Secondo i dati diffusi recentemente dal Think tank Ember, a maggio 2023 l’energia elettrica prodotta in UE da eolico e solare ha superato quella ottenuta da combustibili fossili, segnando un passaggio storico nella transizione energetica del continente.

L’esempio della Germania

La Germania ha intrapreso una transizione energetica ambiziosa, puntando su un mix energetico più sostenibile e diversificato. L’obiettivo principale è quello di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, attraverso un aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili.

Sono stati effettuati investimenti significativi nel settore eolico e solare, che hanno portato ad una crescita impressionante della capacità installata e della produzione di energia pulita.

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Piani e investimenti

Il governo tedesco ha adottato diversi piani e strategie per raggiungere gli obiettivi ambientali nel corso degli anni, tra cui la cosiddetta Energiewende (la “svolta energetica“) lanciata nel 2010.

Questa strategia ha previsto una serie di misure atte a favorire un utilizzo più sostenibile delle risorse energetiche, tra cui la promozione delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la ricerca e sviluppo in nuove tecnologie verdi.

Con questi piani, la Germania ha dimostrato di avere una visione coerente e ambiziosa per il futuro del suo settore energetico, e i risultati sembrano essere incoraggianti: nel 2021, oltre il 40% dell’energia prodotta in Germania proveniva da fonti rinnovabili, segnando un importante passo avanti verso l’indipendenza dai combustibili fossili.

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Punti deboli della transizione tedesca

Tuttavia, nonostante i progressi realizzati, alcuni esperti ritengono che la strada verso una completa sostenibilità energetica sia ancora lunga e piena di ostacoli. In particolare, si sollevano preoccupazioni riguardo alla dipendenza persistente dalle importazioni di gas naturale dalla Russia e alla questione dello smaltimento delle turbine eoliche dismesse.

Inoltre, la velocità di implementazione delle energie rinnovabili non è uniforme in tutte le regioni del paese, con alcune aree che stentano a centrare gli obiettivi stabiliti dal governo tedesco.

Le strategie messe in atto finora non hanno permesso di ridurre in modo omogeneo e veloce l’impatto ambientale e sociale del settore energetico, mettendo in discussione la reale portata della transizione ecologica tedesca.

Il ruolo dell’Europa nella transizione ecologica

La Germania rappresenta un esempio importante nell’ambito della transizione energetica europea, ma il percorso verso un approvvigionamento energetico completamente sostenibile è ancora lungo. È necessario un impegno collettivo da parte dei singoli Stati membri e delle istituzioni comunitarie, al fine di creare un quadro coerente di politiche ed interventi concreti e misurabili.

L’Unione Europea ha compiuto passi importanti in questa direzione attraverso la definizione di una serie di obiettivi ambientali e climatici a medio e lungo termine, come quelli previsti dal Piano Europeo per le Energia Pulita (Clean Energy for All Europeans) e dall’Accordo sul Clima di Parigi.

La Germania può senza dubbio essere considerata un esempio di impegno verso una transizione ecologica, ma è fondamentale che questo processo sia affrontato alla luce delle sfide presenti e future. L’Europa deve progredire verso un sistema energetico sostenibile, attraverso politiche coordinate e la cooperazione tra i suoi membri nel promuovere un’economia verde e innovativa.

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