L’attuale conferenza sul clima delle Nazioni Unite, nota come COP28, ha portato all’azione degli attivisti ambientali in Italia. Gli esponenti di Extinction Rebellion hanno voluto manifestare, colorando di verde le acque del celebre Canal Grande di Venezia e altri fiumi nelle principali città italiane.
La sostanza utilizzata per tinteggiare l’acqua è stata la fluoresceina, comunemente usata come tracciante, che è stata poi versata nel canale da alcuni attivisti che si sono calati con delle funi dal Ponte di Rialto.
riepilogo
Azioni simili in altre città italiane
Oltre al Canal Grande di Venezia, anche altre importanti vie d’acqua italiane, tra cui i Navigli di Milano, il Tevere a Roma e il Po, sono stati colorati di verde dalla stessa organizzazione come forma di protesta contro lo stato attuale della politica ambientale.
Nonostante queste azioni possano apparire come vandalismo, l’obiettivo di Extinction Rebellion è quello di attirare l’attenzione dei cittadini e dell’opinione pubblica sull’urgenza di affrontare le tematiche legate al cambiamento climatico e alla protezione dell’ambiente.
28 persone identificate e portate in Questura: a rischio sanzioni
La manifestazione si è conclusa con ben 28 persone identificate e portate in Questura per aver preso parte all’azione di colorazione del Canal Grande. Le autorità stanno valutando possibili provvedimenti legali nei confronti degli attivisti, che potrebbero dover affrontare delle sanzioni o altre conseguenze legate alla loro protesta.
COP28: le priorità sono sul tavolo ma la strada è ancora lunga
La COP28 sta avendo luogo negli Emirati Arabi Uniti ed è uno degli eventi più importanti riguardanti il cambio climatico e gli sforzi internazionali per affrontarlo. L’Italia ha un ruolo di particolare rilevanza durante questa conferenza, in quanto partecipa attivamente alle discussioni e ai negoziati, cercando soluzioni per ridurre l’impatto ambientale a livello nazionale e globale.
Tuttavia, nonostante i tentativi di collaborazione tra le nazioni e l’introduzione di nuove politiche ambientali da parte dei governi, gli attivisti come quelli di Extinction Rebellion sostengono che le azioni intraprese finora non siano sufficienti a contrastare la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e sollecitano a prendere misure più incisive e tempestive.
Gli attivisti chiedono maggiore impegno nella lotta al cambiamento climatico
“Siamo tutti appesi a un filo. Sappiamo che il nostro futuro è in pericolo e che non sta venendo fatto nulla per proteggerlo”. Queste sono le parole apparse sullo striscione degli attivisti di Extinction Rebellion durante l’azione a Venezia. Una chiara accusa rivolta ai governi del mondo e a chi è coinvolto nei negoziati della COP28, invitandoli a prendere decisioni più incisive nella lotta contro il cambiamento climatico.
Gli attivisti ritengono che la situazione attuale sia insostenibile e che sia necessario un maggiore impegno da parte di tutti i Paesi nel perseguire politiche più sostenibili e responsabili, coscienti dei rischi che il nostro ambiente corre se non si agisce prontamente ed efficacemente.
I cittadini chiamati alla responsabilità individuale
Non sono solo i governi e le istituzioni ad essere chiamate in causa per l’urgenza di affrontare la crisi climatica. Anche i singoli cittadini hanno il dovere di informarsi e compiere scelte quotidiane più sostenibili e rispettose dell’ambiente: ridurre i consumi energetici, utilizzare mezzi di trasporto meno impattanti, preferire aziende eticamente responsabili.
Solo così si potranno raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale indispensabili per garantire un futuro migliore al nostro pianeta e alle generazioni future.
Giornalista pubblicista, laureato in Lettere moderne. La mia passione è la scrittura, con un interesse particolare per la cultura, l’arte e la storia. Ho lavorato sia in radio che in riviste specializzate, dedicandomi anche al giornalismo online. Tra i miei argomenti prediletti ci sono il teatro, la letteratura e i viaggi.